Calamaio



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Magnus
Mi chiamo Magnus il nome è finto ma forse lo sono anch'io.
Non ho passato né futuro, solo un presente opaco.
Spezzo le frasi e mordo le parole perché sotto la lingua gemono e sotto i denti stridono. Quando le butto nel fuoco (indovinate?) sfrigolano. Mi piace il suono e il paradosso, il senso e il significato sono luoghi altrove.
Tanto non rimarrą nulla, tutto è adesso.

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Scelta necessaria

Chi scrive poesie
e chi scrive i manuali d'uso dei frigoriferi

Preferisco i secondi
Una poesia non disseta
mai vista una frizzante
o fresca e alcolica
sapida e lieve
dolceamara come un aperitivo
profumata di caffè come una birra inglese

Una poesia può essere un'immagine
ma non disseta nemmeno l'anima
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decorazione



decorazione



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Finzione

L'eco della voce arriva
il senso e il significato seguono da vicino

Accenni di noia
la cortesia necessaria finge interesse

Mi sposto di fianco e cambia il timbro
giuro, anche l'angolo e la piega

Lo sforzo sveglia l'attenzione
e riconosco il me narrante
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Cambio vita

Adesso esco.
Ho scritto tutto su un foglio
lista della spesa di una prossima vita

Piroetta, anche virtuale
sottolineo il gesto, marco un segno
allittero e ripeto a me stesso
controllo anche i soliti vizi
uno, spento, due, chiuso, tre...
Ricomincio: uno, due, tre

Manca il riscontro
qualcuno che sostenga e certifichi
un mancato controllo

Decido, da solo, che va bene
non serve la lista
non ci sarą una prossima vita
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decorazione


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Acrobazie

Punto sul controcanto, ipotizzo scale armoniche
Gorgheggio ilareggiando, mi fermo e riprendo
Percepisco variazioni avvedute nel pubblico
Sebbene stanco, arieggio il torace
E ricomincio il canto
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